mercoledì 9 aprile 2008

Vinitaly 2008

Alle ore 13 di venerdì scorso la sala stampa del Vinitaly brulicava di giornalisti: un centinaio occupava le postazioni web lavorando a testa bassa, gli altri (la maggioranza) prendevano d'assalto il buffet e il banco d'assaggio. Decido di mangiare qualcosa prima di affrontare i padiglioni della fiera e resto subito ben impressionato positivamente da uno spumante extra brut dell'Oltrepò Pavese e da un Riesling Italico dal suadente buquet floreale. Si parte, esco dalla press-area sperando di trovare un po' di tranquillità, ma appena fuori mi accorgo che la bolgia è ancora peggiore: negli stretti corridoi si incrociano freneticamente produttori, clienti, commercianti, cuochi, enologi, sommeliers, giornalisti, pubblico... uno sciame di api che si muove veloce nell'alveare dei padiglioni, certo non l'ambiente migliore per degustare in santa pace un po' della nostra bella Italia messa in bottiglia. Ecco perché il giorno seguente, invece di tornare a finir di visitare gli 8 padiglioni che in 6 ore e mezza non ero riuscito a vedere, decido di andare in giro per le side-ways del Bardolino e della Valpolicella. Ok, bella la fiera, belli gli stands, grandissimi i vini, ma... vuoi mettere andare a Negrar e fermarsi a pranzo in un'osteria del 1800, contornati da vigne e ciliegi in fiore? Quel giorno ho bevuto un solo vino, un Valpolicella Classico del 2005. Un po' poco rispetto ai 24 degustati il giorno prima, ma di quello ho ancora adesso a distanza di quattro giorni il sapore in bocca, degli altri... meno. Di venerdì ricordo bene un Chianti Rufina prodotto nel Comune di Dicomano, un Brunello, un Pinot Nero dell'Oltrepò Pavese e un Sauternes... Intendiamoci, sono andato ad assaggiare cose nuove, non quello che conosco e apprezzo già, come il Syrà in purezza della Fattoria Varramista ad esempio, ciò nonostante non ce l'ho fatta a testare tutto quello che mi ero prefissato e questo è il grosso rammarico che mi porterò dietro fino all'anno prossimo, ma il richiamo della terra ha vinto. Ho preferito passare i giorni di sabato e domenica in giro per la splendida costa orientale del Lago di Garda e il suo entroterra anziché ubriacarmi di etichette per tre giorni di fila e, detto tra noi... non me ne pento neanche un po'. HOMEPAGE


martedì 1 aprile 2008

Finalmente anch'io... blogger.

Ci siamo. Non è uno scherzo. Dal 1 aprile 2008 anche Elia Mannucci si è guadagnato l'appellativo di "blogger": suona come una brutta parola in Italiano, ma sembra ormai questo il termine entrato nella nostra lingua per identificare "colui che gestisce un blog". L'emozione c'è, non lo nego, nonostante un addetto ai lavori in teoria potrebbe risultare piuttosto assuefatto alle nuove forme di comunicazione. Ma è sempre una prima volta, e che diamine! La necessità di aprire un mio blog nasce dalla volontà di comunicare al mondo che esisto: chi sono, cosa faccio e come la penso. Potevo farne a meno, è vero, ma perché rinunciarci, visto che di blog gestiti da pazzi psicolabili è pieno il mondo, uno più, uno meno non farà poi così tanta differenza. Poi perché le tecniche e le tecnologie di comunicazione sono in continuo mutamento e noi non possiamo governarne le logiche, possiamo solo scegliere in ogni momento quelle che riteniamo più adatte alle nostre specifiche finalità e decidere o meno di utilizzarle. Era da circa 2 anni che meditavo di creare un mio spazio sulla rete, ma avevo sempre rimandato perché credo che se e quando si decide di rendersi visibili al mondo, bisogna avere almeno qualcosa di interessante da dire. "Le parole se le porta via il vento, lo scritto nun se lo porta nisciun'" recitava la canzone di un vecchio amico di nome Giovanni, ecco perché non basta avere qualcosa da dire, bisogna metterlo per iscritto e dargli una forma, se non vogliamo che i nostri pensieri ...se li porti via il vento. Ormai credo di essere pronto per condividere con altri alcune delle conoscenze che ho acquisito nel corso del tempo, reminiscenze di studi universitari, esperienze, passioni. Quello che mi definisce e mi identifica per quello che sono, i miei sogni e le mie idee, sperando di non tediare o irritare mai in alcun modo la sensibilità di nessun lettore, ma anzi di fornirgli, se posso, qualche informazione che lo aiuti a prendere delle decisioni. Ecco, questo è quanto. Buona navigazione a tutti. HOMEPAGE